Come scegliere un buon caffè?

Parte 2 – Digeribilità

Si suol dire che il caffè prima di tutto si beva con gli occhi: il colore, la consistenza della crema (es. aggiungendo lo zucchero questo deve penetrare lentamente nella crema e non “colare a picco”), la persistenza della stessa, fanno parte dell’analisi visiva.

Come anticipato in questo articolo vi sono numerose variabili oltre a quelle sensoriali che ci danno indicazioni importanti sulla qualità del caffè, ma che sono più difficili da valutare, in quanto meno esplicite. Da queste dipendono però alcuni aspetti importanti, legati ad esempio alla digeribilità, di cui spesso chi beve il caffè non ne ha consapevolezza.

Bere a digiuno, come spesso succede nel 90% dei casi in azienda, un caffè di scarsa qualità e quindi pesante, comporta un senso di affaticamento e riduzione di energie o acidità di stomaco, che spesso non vengono direttamente ricondotti al caffè, quando invece ne è proprio la causa.

La composizione del caffè influisce sulla qualità e digeribilità

Un elemento che sicuramente è indice di ottima digeribilità è il basso tasso di caffeina, che dovrebbe essere del 1,7% c.ca rispetto a minimo il 5% di qualsiasi caffè da “distributore”. Questo indice può essere ottenuto da una miscela di caffè con alta prevalenza di caffè Arabica, categoria più pregiata oltre che più costosa, rispetto ai caffè Robusta, per quanto questi ultimi se di prima scelta danno un contributo fondamentale per il risultato in tazza.

In questo documento trovi le caratteristiche del Caffè che scegliamo per i nostri distributori automatici, per garantire oltre al gusto un’alta digeribilità.

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